U. S. A. CALIFORNIA

Giovanni, fin da bambino, indossava a volte le magliette con le stelline, che raffiguravano la bandiera americana, sognando un giorno di visitare la tanto amata California. Soprattutto la città degli angeli e degli eterni sogni cinematografici, ovvero l’incantevole “Los-Angeles”.
La prima volta che visitò gli Stati uniti, fu veramente bello ed emozionante: atterrando a New York e dopo aver messo i piedi su quella terra, si sentì entusiasta e carico d’energie positive. Finalmente aveva realizzato la visita di un luogo tanto ambito e affascinante! Da bambino, su per l’Aspromonte, vedeva quella terra solo nei film hollywoodiani e ascoltava i racconti di qualche vecchio emigrato, che con profonda commozione narrava le sue affascinanti vicende. Ora, con assoluta euforia, camminava gioioso nell’immenso aeroporto, accompagnato dall’incessante frastuono degli aerei, che atterravano o immediatamente si staccavano dal suolo e si levavano nel cielo, sopra le sponde del misterioso Atlantico. Era incantevole ascoltare gli altri parlare l’americano. Udiva gli annunci, a lui incomprensibili, dei voli che gli speakers incessantemente continuavano a trasmettere. Si sentiva smarrito, ma vagava felice, in quella piacevole e attraente confusione. Che dispiacere non comprendere la lingua inglese! Ma con l’intuito, cercando di decifrare le indicazioni sui tabelloni, riuscì ugualmente ad imbarcarsi senza difficoltà sul volo verso la California. Quel bellissimo sogno, di quando era bambino, ora lo stava vivendo. Fu un momento affascinante e indimenticabile planare con l’aereo sopra il limpido cielo della città degli angeli. Osservare la sua enorme espansione orizzontale, che parte quasi dal deserto e giunge fino alle coste del Pacifico, fu qualcosa di strepitoso. Era molto attraente osservare le strade, talmente diritte, che dall’alto sembrano, tracciate su una mappa con il righello. Capì immediatamente che lì c’erano altre misure ed entità, più vaste rispetto alle città della sua terra.

All’aeroporto abbracciò con calore e gioia il suo amico emigrato, Paolo, che era lì ormai da tanti anni. Fabrizio, il compagno di studi, era giunto lì alcuni giorni prima dalla Calabria. Camminare per la prima volta, lungo le immense strade di Los-Angeles, era incredibile. A rendere tutto ancora più piacevole, vi era la compagnia dei due amici di Reggio. Vagando lungo quelle vie era piacevole citare i bei ricordi degli anni trascorsi nella terra d’origine, accompagnati da continue risate e da un crescente senso d’allegria che generava sensazioni indimenticabili.

Quel periodo, circa due mesi, trascorso a Los-Angeles arricchì e spinse in avanti sia l’animo, sia la mente di Giovanni, grazie alle innumerevoli nuove emozioni che percepì e provò. Trovarsi in quello splendido posto con i suoi amici, accompagnato da un desiderio matto di divertirsi, supportato da una buona somma di denaro in tasca o, in alternativa, sulla carta di credito, poteva veramente aprire una splendida parentesi della sua esistenza. Ora finalmente poteva dimenticare per un po’ sia il libro di diritto ed economia, sia il duro lavoro del porfido!

Fu bello visitare quelle collinette ed era meraviglioso guardare da lassù verso l’estensione della città. Quegli interminabili orizzonti gli fecero ricordare la sua tenera fanciullezza, quando era appena ragazzino e guardava dalle colline dell’Aspromonte l’estensione della sua città e vedeva il mare. Qualcosa di simile c’era tra le due terre: oltre al mite e incantevole clima, anche le sembianze di quelle dolci alture, che man mano si estendevano verso il mare, divenendo sempre più sabbiose, assomigliavano a quelle di Reggio. Ma in California, su una delle tante colline, simili a quelle dell’Aspromonte, ce n’è una in particolare, Hollywood, dove sono girati ed interpretati i sogni dell’intera umanità. 

Giovanni esterrefatto, respirare lì l’aria, su quella particolare collina, immaginando l’Aspromonte, sembrò di essere nel mondo della fantascienza e ne ebbe la conferma, quando entrò negli Studios. Il fascino dell’incantevole città lo colpì. Visitare le vie più famose al mondo, lo rendeva euforico ed entusiasta. Soprattutto camminare per Rodeo Drive fu veramente piacevole! Osservare tutte quelle raffinate e lussuose boutique, fu una vera e propria delizia. Quasi tutte collezionavano e collezionano esclusivamente stilisti italiani o, in via eccezionale, francesi e ciò fece scattare in lui un incredibile senso d’orgoglio verso la sua nazione. Nella parte più sciccosa della via, che dà verso una dolce salita, ebbe una piacevolissima sorpresa: si accorse che la pavimentazione era ed è in cubetti di porfido. La percorse fino in fondo e alla fine della viuzza, vide un bellissimo locale. A quel punto, felice di essere un vero italiano, con immenso orgoglio si sedette a uno di quei tavolini. Fu proprio fiero di poter ordinare un caffè espresso, gustandolo con assoluto piacere e in quel preciso istante, si sentì un perfetto gentleman: non solo perché indossava un meraviglioso abito Versace ed era accerchiato dai suoi carissimi amici, ma anche perché sentiva dentro di sé di aver migliorato tantissimo la sua esistenza.

Voler vivere nella maniera migliore è un sentimento avvertito da chiunque e tentare di realizzarlo, diventa uno scopo di vita per ognuno di noi. Molti possono essere gli elementi che aiutano a costruire una buona qualità di vita. Per un essere umano, alla base di tutto, serve quel desiderio di sconfiggere il più possibile le molteplici inesperienze insiste in se stesso: l’istruzione è un buon farmaco; qualunque attività lavorativa che piace, svolta con passione ed interesse, costituisce un elemento efficace per contribuire a qualificare e arricchire l’esperienza di vita di ognuno di noi; viaggiare e scoprire mondi diversi e nuove usanze fanno riflettere e ci aiutano a comprendere chi siamo e come viviamo; nei rapporti sentimentali, in generale dall’amicizia fino a giungere all’amore di coppia, il dare e il ricevere deve essere commisurato da un giusto senso di sincerità; la vera fede e il rispetto per una divinità, devono essere sempre accompagnati da un uguale senso di coscienza e di rispetto verso i propri simili. Questi due ultimi aspetti non possono essere distinti: più si realizza la purezza della coscienza e più ci si accosta a quel meraviglioso senso di spiritualità, che porta l’uomo ad una crescente ispirazione verso il bene e il positivo, illuminandolo in ogni missione terrena.

Giovanni, assieme agli amici, trascorse delle bellissime serate nei bei locali, sparsi un po’ ovunque nelle varie strade di Los Angeles. Fu bello, perché iniziò a scoprire e a capire qualcosa della mentalità di quella complessa e variegata società. E non mancarono i dolci ricordi di alcune piacevoli e splendide signorine, con cui trascorse notti indimenticabili, costellate da forti sensazioni. Tuttavia da una cosa fu colpito, ovvero da quell’eccessivo e all’armante senso di consumismo. Inconsciamente si domandava, se quella società non si fosse spinta fin troppo dentro il senso del benessere, tratto esclusivamente dallo scambio materiale. Se da un lato è apprezzabile inculcare nelle menti della gente il concetto del benessere economico, è altrettanto importante non far smarrire mai quei principi mutualistici, che devono essere presenti in ogni società. Essi rappresentano l’unica vera speranza per la componente debole del sistema sociale. Giovanni, camminando nei profondi ghetti di quell’immensa metropoli, percepì la spietatezza e l’indifferenza verso quel ceto sociale debole e a quel punto apprezzò di più la sua terra, che pur non essendo così spinta nel business globale, però aveva saputo conservare attentamente e umanamente quei principi basilari della mutualità. In Italia un’impronta profonda è da riconoscere alla Chiesa cattolica, che con il messaggio di carità e della tolleranza, accompagnate da concreti aiuti umanitari, ha fatto sì, che un filo di speranza si accendesse anche nell’animo dei più deboli. L’unica forte critica, che il giovane mosse in cuor suo a quella multi etnica società, fu proprio questa. In tante cose, non solo condivise, si rese conto che, soprattutto nel modo di fare economia e nel sistema degli scambi, gli Stati Uniti possono essere visti come esempio planetario.

Giovanni, allora, rimase innamorato del genere di vita che si conduceva lì in California. Gli apparve come un luogo ideale, ma lo colpì pure la dolcezza del clima, accompagnato dal cielo quasi sempre azzurro. Quel posto aveva esercitato in lui, un incredibile senso di magnetismo. Più i giorni scorrevano e più gli piaceva restare lì, benché non avesse dimenticato il fratello, la giovanissima “creatura”, la fidanzata trentina e l’Italia. Avrebbe desiderato creare almeno un legame commerciale con quell’incantevole città. Tuttavia, il primo vero grande ostacolo, era la lingua, oltre all’inesperienza nel commercio internazionale. L’amico era completamente al di fuori del settore e quindi, pur volendolo, non avrebbe potuto sostenerlo. Ogni debole tentativo fu del tutto disarmante. Avrebbe desiderato molto pavimentare una via, un centro commerciale o ancor meglio, posare il porfido e altre pietre naturali in qualche stupenda villa hollywoodiana. I giorni volavano via velocemente e i tre amici stavano trascorrendo un periodo splendido, in tutti i sensi, che stava lasciando dei ricordi particolari. Tra loro c’era da tempo una certa unione che tendeva a crescere e insieme avevano creato contatti con ragazze e con amici del posto: erano tre giovani pieni di vita, scaltri, beneducati, possedevano un bell’aspetto ed erano italiani. L’inserimento non era per nulla difficile, ma anzi fu un piacere. Nello sguardo di Paolo era palese il desiderio di bloccare lì assieme a lui, gli altri due amici, che ricambiavano il medesimo desiderio con molto entusiasmo e gioia. Assieme stavano magnificamente bene, ma come ogni vicenda di vita ha sempre un inizio e un termine, il viaggio negli Stati Uniti si concluse. Il giorno della partenza fu difficile non commuoversi. Una ragazza abbracciava Giovanni commossa e molto triste, lo implorava di non andarsene e di non dimenticarla: per i tre amici e la ragazza fu veramente dura separarsi!

Il sogno si spense quando l’aereo si staccò dal suolo della California. Lui iniziò a svegliarsi e pensò alla sua Italia e a tutto ciò che aveva costruito. Il Trentino non lo aveva fatto sognare, ma gli aveva dato delle buone e reali opportunità, anche se con enormi sacrifici: non aveva tra le mani quattro sogni da inseguire, ma qualcosa di concreto, il lavoro, sia per conto proprio, sia nella Pubblica amministrazione. Non erano cose di poco conto. Nel Trentino stava bene, non gli mancava niente: la qualità di vita in tutti i sensi era elevata; il senso civico era più che apprezzabile; il rapporto sociale era crescente; divertenti avventure con ragazze piacevoli e simpatiche nei locali del nord Italia non erano impossibili; il guadagno alla fine dell’anno si materializzava. 

A dire il vero, in quell’indimenticabile periodo, gli piaceva molto l’esperienza di vita che stava conducendo nel Trentino e più in generale era morbosamente attratto dal nord dell’Italia. Inconsciamente si stava legando a quella terra, costellata ovunque da montagne, ma ben organizzata in molte cose. Mentre con l’aereo vagava nel cielo, da quell’altezza, vide l’enormità del fiume Mississippi e rimase attratto: era qualcosa d’incredibile! Metteva un senso di soggezione per la sua vastità, ma anche per la sua scarsità d’argini, in quell’enorme pianura. Il suo tratto non poteva essere controllato dall’uomo. Lungo il suo corso, nelle sue acque, trascinava una gran quantità di tronchi d’albero ed era un vero spettacolo vedere dall’alto quel particolare evento. In quell’istante gli sembrò essere in un altro mondo.

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