La ragazza in bici, dal Romanzo "Un viaggio dal Sud al Nord"
I giorni passavano velocemente e il sabato mattina era al lavoro. Ma quel sabato a distrarlo e a consolarlo, era il pensiero dell’appuntamento con Ilenia nel pomeriggio. Aveva una grande curiosità di vederla danzare. Oreste non poteva accompagnarlo, in quanto doveva andare assieme alla sua ragazza in un altro posto. Franco aveva altri impegni e non poteva fargli compagnia: sarebbe dovuto andarci da solo.
A Viterbo non c’ era mai stato, ma con il Vespone non avrebbe avuto molte difficoltà. Silvano lo rassicurò e gli spiegò la strada da fare e così giunse facilmente in quella città. Era un bel posto e la presenza del lago lo rendeva molto affascinante. Trovò facilmente il teatro, parcheggiò il Vespone, poi con calma si spazzolò i capelli, per essere più ordinato possibile e accompagnato da un pizzico d’agitazione, entrò dopo aver consegnato l’invito all’ingresso.
Rimase sorpreso per la cospicua presenza di persone. Il balletto, dopo qualche minuto d’attesa, iniziò. Giovanni cercò di riconoscere lei, perché con i costumi e le decorazioni, a quella distanza non era facile individuarla, ma non appena i ballerini si girarono verso il pubblico, la riconobbe: era piacevole vederla danzare! Si muoveva con molta precisione e si vedeva benissimo che era a un buon livello. Lui rimase entusiasta e contento del balletto.
Alla fine attese che il pubblico uscisse e decise di andare a farle visita. Si sentiva agitato, ma doveva trovare almeno il coraggio di andare da lei a salutarla, per dirle “Io sono qui!” Sicuramente lei lo aveva intravisto, ma lui non ne era certo. Attraversò tutto il teatro e cercò di entrare: c’era un addetto della compagnia a cui Giovanni chiese se fosse possibile vedere l’amica.
Ad un tratto, però udì la sua voce: era proprio lì vicino, improvvisamente era comparsa insieme ad una collega. Ilenia fu contenta, quando si accorse della sua presenza e prontamente lo salutò, abbracciandolo. In senso affettuoso, lo afferrò per la mano e lo ringraziò di essere lì. Gli presentò la sua collega e assieme uscirono. Le due ragazze gli domandarono come fosse andato il balletto.
“Sono rimasto entusiasta, siete state molto brave. Si vede che avete raggiunto un buon livello di preparazione, perché danzavate con tanta naturalezza e nei vari passaggi eravate molto precise. Complimenti!”
La sua amica esclamò dicendo: “Dall’accento, si capisce che tu non sei di qui!”
Giovanni annuì e le disse: “Secondo te, di dove potrei essere io?"
“Mia mamma ha l’accento simile al tuo: secondo me, sei calabrese!”
“Esattamente così! E di quale parte della Calabria è tua mamma?”
“Di Gioia Tauro!”
“Ah, io invece di Reggio! È lì vicino.”
“Eh… noi calabresi siamo sparsi un po’ ovunque.”
“Hai perfettamente ragione: è proprio così!”
Dopo una serie di domande, tra i due si era immediatamente instaurato un certo affiatamento, dovuto non solo alla reciproca simpatia, ma anche al legame che li univa, grazie alle stesse origini.
La collega di Ilenia salutò calorosamente e in modo affettuoso Giovanni, alla sua collega disse: “Vado a prepararmi la borsa, perché tra poco devo andare via.” E velocemente rientrò.
“Complimenti, non pensavo che tu fossi a questi livelli.”
“Sì, ma devi sapere che io mi alleno fin da piccola. Sono appassionata, mi prende.”
“Si vede che sei portata per la danza.” affermò il ragazzo.
“I continui allenamenti ti fanno diventare brava, ma in questa disciplina ci vuole molto talento, altrimenti non vai molto lontano.” disse con fermezza Ilenia .
“Sì, concordo con te e a mio avviso tu sei dotata.”
“Grazie del complimento! Ti sono veramente grata per la tua presenza.”
“Credimi, è stato piacevole essere qui.” Poi con un certo senso d’emozione le chiese: “Come ritorni a casa?”
“Con il pullmino della compagnia.”
Giovanni cautamente le disse: “Se vuoi e ti fidi, puoi ritornare con me, con il Vespone.”
“Ma certo che mi fido! Perché non dovrei? Così approfitteremo per farci un bel giro intorno al lago, io conosco bene questi posti. Però consentimi di avvisare l’autista e di sistemare la borsa. Ok?”
“Bene! Ti aspetto fuori dal teatro, fai con calma.” Felicissimo, uscì e attese il suo arrivo e dopo un po’anche lei uscì. Indossava un jeans chiaro e una maglietta arancione, i sandali le stavano una meraviglia: era veramente una dolcezza di ragazza! I suoi movimenti, mentre camminava, erano incantevoli. Il ragazzo più l’osservava e più s’invaghiva.
Appena giunse, lei abbracciò Giovanni e gli disse: “Sono contenta che tu sia venuto a vedermi. Né i miei, né la mia migliore amica, come hai potuto constatare, sono venuti ad assistermi.”
“Mi dispiace!”
“Non fa nulla! Ai miei non interessano queste cose, ritengono che siano quasi una perdita di tempo.”
“Probabilmente saranno presi da altri impegni.” disse desolato Giovanni.
“A loro interessa che io vada bene a scuola e che un domani o al più presto, mi metta a lavorare nella ditta di famiglia. Per la mia amica, invece, sono rimasta male dato che mi aveva promesso che sarebbe venuta, ma all’ultimo ha tirato fuori una scusa poco attendibile. Pazienza, è andata così!”
“Non stare a pensare a nulla! Ora andiamo a divertirci: faremo un bel giro, e così mi farai vedere dei posti nuovi.”
“Ma certo, vedrai ti porterò in posti veramente belli.”
“Poi, se ti va e se puoi fare tardi, gradirei che andassimo in pizzeria a cenare assieme.”
“Sì che posso! Non ho problemi d’orario, mi fa piacere poter passare una bella serata insieme a te.” disse Ilenia, guardando negli occhi Giovanni.
“Anche a me!” rispose lui e senza nemmeno accorgersene, la abbracciò spontaneamente e prendendola sottobraccio le disse: “Dai! Andiamo.” Lei dolcemente annuì. Ora, man mano che il ragazzo la conosceva meglio l’attrazione aumentava vertiginosamente: non solo era bella, ma osservandola, dimostrava un atteggiamento piacevole, spontaneo ed era molto simpatica. I dialoghi e gli sguardi, pian piano diventavano sempre più passionali e coinvolgenti.
Partiti con il Vespone, iniziarono a costeggiare il lago. Il paesaggio era stupendo e anche gli abbracci della ragazza erano meravigliosi. Lei, maliziosamente, rideva e seduta dietro stuzzicava Giovanni, stringendolo stretto stretto. Entrambi erano euforici e contenti, ora si sentivano più sereni e avevano superato quel fastidioso senso d’agitazione iniziale. Cominciavano a gustare quel bel modo di stare bene assieme. Per loro fortuna, man mano che il tempo scorreva, capivano e scoprivano che non si respingevano, anzi al contrario! In entrambi regnava quel senso d’ottimismo e di gioia, intrinseco nel mondo giovanile.
Per loro, quel giorno l’umore era bellissimo a differenza di quella sera, quando si erano conosciuti. Il desiderio di capirsi e scoprirsi diventava per entrambi una piacevole e crescente esigenza. A Giovanni non mancavano né gli apprezzamenti, né i bei complimenti.
Le battute scherzose e le risate, ora erano più frequenti e la voglia di girare assieme diventava sempre più grande. Quel magnifico posto sul lago aveva suscitato in loro una deliziosa sensazione e a rendere più gradevole il tutto, erano le rilassanti passeggiate in mezzo alla folla, accompagnate dalla visita dei negozi. Loro, in modo disinvolto e con grande entusiasmo, entravano e indossavano un po’ di tutto che li rendesse felici.
Lei, all’insaputa del ragazzo, continuava ad osservare ogni suo gesto. Egli sentiva di essere osservato e ciò era molto attraente, ma lei capiva che anche lui la cercava: quando si distaccavano per un qualsiasi motivo, poi al ritrovarsi, incrociavano i loro sguardi ed era bello guardarsi, e poi abbracciarsi.
Il corteggiamento ora era evidente e rappresentava un gioco molto sottile e fortemente desiderato e voluto da entrambi. In quel momento, anche se erano in mezzo a tanta gente, si sentivano come se fossero da soli. Il senso della conquista generava in loro un grande magnetismo, che continuavano ad irradiarsi l’un l’altro e ciò prevaleva su tutto: nessun’altra cosa poteva sostituire o dare una gioia o un senso di piacere maggiore!
In quella fase della vita, durante gli albori della gioventù, i sentimenti sono avvertiti in maniera forte, quasi sfuggono al controllo, poco o nulla si riesce ad avvertire in modo pacato e controllato, la fiamma dell’amore arde nel suo massimo splendore e con intensità brucia pian piano la loro ingenuità.
Dopo aver vagato per le vie e visitato l’affascinante castello, il sole stava per tramontare e la temperatura era più gradevole, mentre si sentivano i rumori delle posate e i camerieri fuori ai tavoli, che prendevano nota delle ordinazioni dei clienti.
Entrambi erano stanchi e cercarono di trovare un gradevole locale per cenare. Dopo aver scelto, entrarono attraverso un cancello di ferro, di colore argento, spalancato. All’inerno vi era uno spazio circondato di alberi, dove si vedeva una serie di tavoli. Il locale era in parte all’interno e in parte all’aperto e dava sul lago. Assieme scelsero un bel posto dove sedersi. Domandarono al cameriere se fosse libero il tavolo che avevano scelto, egli annuì e con molto garbo li accompagnò, facendoli accomodare.
Giovanni si sentiva un uomo! Era la prima volta che invitava una ragazza a cena, anche se altre volte era andato a Reggio in pizzeria, ma ciò non aveva niente a che vedere con questo avvenimento. Era tutta un’altra cosa! Qui si trattava di un vero e proprio invito. Sentiva dentro di sé che stava corteggiando, in una maniera diversa e in un modo più maturo, una ragazza che gli piaceva e che desiderava. Però non intendeva minimamente spingersi oltre o tanto meno provarci con lei. Il tutto, se fosse stato giusto, doveva accadere magicamente e in modo spontaneo, senza pretendere nulla.
Gli piaceva moltissimo stare assieme a lei, sentirla parlare e osservarla. Dentro di lui avvertiva che qualcosa stava per succedere. In ogni caso, la serata scorreva magnificamente e per lui essere insieme a lei rappresentava un’ esperienza bellissima, che continuava a regalargli momenti formidabili, che illuminavano e rendevano splendido lo stato d’animo di entrambi. Ciò si ravvisava facilmente dai loro interminabili sguardi e dai continui sorrisi, sempre più allegri e spontanei.
Questa volta, il rumore che fece il ragazzo trascinando la sedia per sedersi, era meraviglioso e lo riempiva di un assoluto senso di felicità. A differenza di quella volta in quel bar a Reggio, quando il rumore della sedia da cui si era alzato sembrava sprezzante, in quanto segnava un abbandono, una fine logica della storia con Maria. Aveva raggiunto poi il massimo della sofferenza, quando l’aveva salutata per andare via, a Roma. In questa circostanza, invece, si poteva aprire uno spiraglio d’amore e proprio da qui la vita cominciava nuovamente a sorridergli: le illusioni e le speranze ora si riaccendevano e si moltiplicavano.
Il cameriere giunse portando con sè il menù che appoggiò sul tavolo e guardandoli disse: “Fate con calma! Tra un po’ ripasso per l’ordinazione.” Compiendo un gesto di cortesia, si allontanò tra i tavoli. Erano quelle piccole cose, in quel contesto, accompagnate dall’immemorabile vista sul lago, che davano alla serata un senso irreale.
Giovanni reggeva la bottiglia di vino bianco in mano e attentamente lo versava in entrambi i bicchieri, e prima di portarli alle labbra, la giovane coppia si scambiava dolci e appassionanti sguardi, creando un’atmosfera sempre più intima e piacevole, che rafforzava la loro inarrestabile attrazione.
I gesti e le carezze da parte di Giovanni non mancavano nei momenti propizi. Lei con dolcezza lo assecondava. Le luci coloravano le acque quiete del lago. La musica contribuiva a scuotere le dolci sensazioni dei due giovani, alternandosi ora in un brano, poi in un altro. Così si consumava e si gustava la gradita cena ed era bellissimo. Stentava a crederci, ma tutto ciò era vero: entrambi meritavano un momento del genere, dopo il fallimento delle loro storie precedenti!
Erano già le ventidue. Il ragazzo disse: “Ci facciamo portare il conto?”
Ilenia dolcemente annuì.
“Così andremo a casa, perché non vorrei che tu arrivassi tardi, per colpa mia.”
Lei sorridendo, disse: “Non preoccuparti! Considera che abbiamo un’ora di strada. Verso mezzanotte dovrei essere a casa.”
“Non ci sono problemi! Siamo perfettamente in orario.”
Nel frattempo, il cameriere passava di lì. “Scusi, cortesemente! Potrebbe portarmi il conto?”
“Tra pochi minuti sarò da voi, non si preoccupi!”
In effetti, dopo pochissimo tempo giunse con il conto, l’appoggiò sul tavolo e si allontanò.
“D’accordo che tu mi hai invitato, ma se non te la prendi, desidero contribuire anch’io!”
Giovanni sorrise. “No! Questa volta pago io, perché a dirti il vero, mi va di farlo. Quindi, ti prego, non pensarci minimamente.”
La ragazza, in silenzio, allungò la mano e accarezzò quella del ragazzo, in senso di gratitudine. Lui dolcemente le accarezzò il bel viso: fu un attimo di forte attrazione per entrambi! Dopo pochi istanti, si alzarono e andarono verso la cassa. Giovanni pagò il conto. Subito dopo uscirono e si diressero verso il Vespone.
Ilenia si reggeva al braccio del ragazzo, si capiva che lei voleva essere teneramente abbracciata. Lui, dopo averla docilmente abbracciata, le diede la mano. Lei strinse la sua. Il silenzio regnava in entrambi. La moto era parcheggiata a poca distanza. Dinanzi a loro c’era l’incantevole lago, i lampioni illuminavano il viale, ma sotto agli alberi e lì vicino alla Vespa, si creava una certa penombra.
Giunti lì, egli si appoggiò al Vespone e anche lei rimase in piedi ad osservare il lago: quella sera il cielo era limpido, le costellazioni apparivano come tanti piccoli puntini riuniti, ma immersi in uno spazio senza limite. Ad attrarre lo sguardo era quel misterioso spicchio di luna, che assieme alle stelle, tentava vanamente di illuminare il cielo.
Giovanni, abbassato lo sguardo verso Ilenia, improvvisamente fu attratto e si sentì sommerso dai suoi meravigliosi occhi. Sentiva un brivido di gioia, che lo assaliva e lo rendeva irrequieto: più lei si accostava verso di lui, più la sensazione aumentava. Erano istanti bellissimi, entrambi erano veramente felici di trascorrere una serata così piacevole ed emozionante. Sentivano addosso l’irresistibile attrazione che ormai li aveva avvolti.
Il ragazzo continuava a stringere con dolcezza la mano di lei, mentre con l’altra le accarezzava il braccio e con tenerezza la spingeva più su sfiorandole il collo, fino a giungere sotto i soffici capelli. Lei, spontaneamente, appoggiò la mano sul collo e sotto i capelli di Giovanni, poi lo abbracciò con molta tenerezza, appoggiando la sua guancia sul suo corpo. Lui con la mano proseguì accarezzandole il viso e le disse: “Sono molto felice di essere qui con te.”
Lei, sussurrando e accarezzando i capelli del ragazzo, con uno sguardo dolcissimo rispose: “Anch’io sono felice di essere assieme a te.”
Giovanni le baciò il collo, lei aumentò calorosamente la stretta e si lasciò andare. Le labbra di lui si appoggiarono morbide sulle sue e la dolcezza del piacere rese sublimi quei bellissimi momenti.
Ora gli scambi di bellissimi baci e i tenerissimi abbracci rappresentavano la prova del loro sentimento. assaporavano quelle meravigliose sensazioni e l’irresistibile attrazione li rendeva dolcemente felici. In quell’occasione il tempo trascorse velocemente ed entrambi, mezzi storditi di piacere, dopo un po’ si ricomposero. Gioiosi di quanto fosse accaduto, abbracciandosi concordarono di tornare a casa.
“Sto bene, tu mi piaci veramente!” e con un senso di possesso lei abbracciò nuovamente Giovanni. Poi aggiunse: “Oggi ti ho pensato e ho sperato che venissi a vedermi.” Sorridendo, continuò: “Ma non pensavo minimamente che saremmo finiti per metterci assieme.”
“Quando ti succedono delle cose che non ti aspetti e che ti fanno veramente gioire si può essere veramente felici! Consentimi di dirti: io oggi lo sono!” E strinse la ragazza, mentre lei con le braccia attorno al collo di Giovanni, disse:“Anch’io sono felice!” Entrambi non volevano staccarsi, ma le lancette dell’orologio indicavano che bisognava al più presto ritornare verso casa.
Sul Vespone l’aria fresca si faceva sentire. Lei era abbracciata e ogni tanto con la guancia si appoggiava alla sua schiena. La stanchezza per entrambi, ora si faceva sentire. Durante il viaggio programmarono l’incontro per l’indomani. Lei timidamente gli disse che la loro relazione sarebbe dovuta rimanere segreta, in modo che non lo venisse a sapere suo fratello.
“Domani pomeriggio, verso le sedici, mi farò trovare all’incrocio fuori dalla frazione, un po’ dopo il distributore di benzina e poi possiamo andare verso Roma centro, così eviteremo occhi indiscreti.”
Giovanni fu d’accordo e sforzandosi continuò a guidare per poter giungere a casa in tempo. Il solo pensiero di stare assieme a lei, gli dava enorme energia e spazzava via ogni forma di stanchezza. Giunti vicino al paese, lei gli chiese di accostarsi per un istante ed egli si spostò fuori strada e sostò il Vespone.
“Devi credermi! Mi dispiace moltissimo, che tu non possa accompagnarmi fino al cancello di casa.”
“Non devi assolutamente giustificarti! Ho capito la situazione, non voglio arrecarti nessun genere di problema, anzi io voglio farti stare meglio possibile.”
“Credimi che oggi ci sei riuscito pienamente!”
“Vedrai, che di questi giorni ne trascorreremo molti altri!”
A quel punto la ragazza quasi commossa, provò un brivido di gioia e strinse il ragazzo con tutte le sue forze. Lui velocemente mise in moto e partirono. Giunti nelle vicinanze della sua abitazione, Ilenia scese e silenziosamente salutò Giovanni.
Il rombo del Vespone lasciò rapidamente quella via e al primo incrocio lui prese la strada principale e in pochi minuti arrivò a casa. Parcheggiato il Vespone, subito giunse nel suo desiderato letto e nonostante la stanchezza addosso fosse enorme, era con l’umore alle stelle. Era meraviglioso: ora non era più da solo! Poteva pensare e ripensare a quella incantevole ragazza, che gli aveva regalato una indimenticabile serata. Poteva girarsi e rigirarsi nel letto e fantasticare anche fino all’alba, tanto l’indomani era domenica!
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